giovedì 20 novembre 2014

Huffington Post (nuovi articoli)

Colgo l'occasione per segnalarvi, con questo post, l'apertura del mio blog dedicato al mondo arabo-islamico sull'Huffington Post.
 
Il primo articolo, uscito ieri, tocca un tema difficile, la vera e propria ondata di terrorismo che sta scuotendo il mondo.
 
Si parte dall'analisi dell'attentato alla sinagoga di Har Nof per poi cercare di capire quali siano le caratteristiche comuni ai principali gruppi terroristici islamici. Una di queste è proprio l'odio nei confronti dell'Occidente e, comunque, di chi ha un'idea religiosa e persino esistenziale diversa.
 
Da qui si tenta di analizzare la ragione per cui alcuni giovani europei e americani decidono di "arruolarsi" tra le fila di gruppi terroristici come l'Isis.

Il secondo articolo, appena uscito, è una riflessione sulle donne impegnate nella lotta contro l'Isis. Due esempi emblematici: la regina Rania di Giordania, con il suo appassionato discorso al Media Summit di Abu Dhabi e Monique, la donna che ha intrapreso un viaggio lungo e pericoloso per riportare a casa la figlia, volontaria proprio nell'Isis.

Il terzo, invece, si focalizza sull'importante insegnamento che potremmo trarre conoscendo la vita delle grandi donne arabe. Non dobbiamo perdere la nostra memoria storica, che va oltre la religione e la provenienza geografica. 

Se volete dire la vostra opinione, potete farlo nella sezione commenti posta di seguito agli articoli o anche in questo blog.
 
Sono tematiche sensibili, ma è giusto parlarne, trovare il punto da cui dialogare per capire, conoscere e informarci.
 

2 commenti:

  1. Cara Francesca, alcune precis-azioni:

    Perche’; chiami arabi (nome generico) i Palestinesi?

    Rivendicazione di Fronte poplare e Hamas? Sei sicura di quello che scrivi?

    Profondo odio per l’occidente? Qui tutta la tua tesi. Ma guarda che Hamas e’ un moviemento nazionalista assai diverso da IS e lontano da Nigeria. Che c’entra fare di tutta l’erba un fascio come fait u?

    L’Islam diventa pericoloso quando…. Al bar forse una analisi del genere andrebbe bene ma scritta in un giornale sembra proprio superficiale. Semplificare in bianco e nero, estremisti e moderati, buoni e cattivi e’ piu’ o meno come giocare ai cowboy, decidendo in anticipo che questi sono i buoni e gli indiani i cattivi.
    Hamas si sviluppa dai Fratelli Musulmani e dichiara ufficialmente nel 1987) cercando di cavalcarla la I Intifata. E” un movimento nazionalista che combatte per indipendenza. Israle e’ in MO non in occidente.

    Gli attentati attuali? Paiono piu’ dettati da disperazione personale che altro. Le colonie israeliane in continua espansione, l’allontanamento coatto dei palestinesi dalle zone di Gerusalemme est, proprio da quelle zone da cui vengono gli ultimi due disgraziati che hanno attaccato una sinagoga. Tutta l’area verso Shufat, fino al Monte degli ulivi e’ diventata progressivamente negli anni un enorme coacervo di malessere sociale. Gli abitanti di Shufat ad esempi sono quelli che furno scacciati dal quartiere africano per fare posto al quartiere ebraico su cui si erige il presunto (fino ad ora non ci sono prove archeologiche) muro del tempio. Che dire della continua spoliazione della terra e dei diritti?

    Perché, quindi, giovani europei e americani dovrebbero unirsi all'Isis o a qualunque altra organizzazione che fa della violenza contro l'Occidente e, in generale, contro chiunque la pensi in modo diverso, la propria bandiera? E perche’ tu metti tutto come se fosse solo un contrasto tra Occidente (dove risiedono I buoni) e Oriente? (dove risiedono in cattivi e altre migliaia di persone che pero’ per misteriose ragioni non si fanno sentire?). Chi parte per Iraq ora presumibilmente (ma non lo sappiamo) cova grande rabbia invidividuale ma e’ solo questo? Quali risposte l’occidente o il capitalismo non ha saputo dare a persone con identita’ multipla? Forse sono queste alcune delle domande cui si dovrebbe inziare a dare risposta invece che stigmatizzare la complessita’ con la banalita’ del bianco e nero, o tutto o nulla. Questo pensiero dicotomico e’ pericoloso e pernicioso. Nel tuo discorso magari senza esserne consapevole rinforzi il fuoco di chi vede solo uno scontro di civilta’ dove l’occidente e’ sotto attacco e basta.

    Non si tratta solo del cosidetto fascino del male benche’ sia innegabile un’influenza di questo tipo. Ma ci fai o ci sei? Ti pare un’analisi di qualche tipo? Quale e’ la tua brillante deduzione? Che questi giovani sono prede di malefici uomini che sanno come sfruttare le loro debolezze? Ma dove e’ la complessita’ della situazione in corso? Ridotta tutta ad una “scelta di percorso personale”?

    “Solo la libera riflessione per marcare la netta divisione tra bene e male”…sei sicura che esita una netta divisione? Certo partendo da una premessa errata o incompleta si finisce per fare sbagliate conclusioni.

    P.s. aver fatto studi orientali non significa comprendere la complessita’ del medio-oriente, la stratificazione geo-polica e le diverse dinamiche culturali tra aspetti tradizionali religiosi e societa’. Ti ricordo infine che l’invenzione degli stati-nazione ha valore anche nei paesi arabi. Sottovalutare le dinamiche complesse dovute alle costruzioni del medio-oriente (iniziate con gli accordi di Sykes-Picot nel 1916) e le diverse narrative nazioali o identitarie riduce il tutto a semplicistie interpretazioni, da bar appunto.

    Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao! Grazie per il tuo commento, rispondo subito ai tuoi dubbi. Arabi non è generico in questo caso, in quanto ho fatto riferimento all'internazionalizzazione del conflitto e all'intervento militare dei Paesi arabi che hanno reso la questione, da israelo-palestinese ad arabo israeliana. (Ti consiglio, per vedere bene tutta la storia, il volume di Gelvin edito da Einaudi "Il conflitto israelo-palestinese" in cui sono spiegate queste differenze.
      Per quanto riguarda l'odio verso l'Occidente c'è una vasta letteratura in merito. Non si tratta di fare di tutta l'erba un fascio, ma analizzare solo alcune motivazioni che stanno alla base del concetto stesso di terrorismo islamico (infatti ho anche specificato che esistono differenze ben marcate).
      Per quanto riguarda l'Islam moderato, che esiste e non si tratta di fare il gioco dei buoni e dei cattivi, ti consiglio di leggere ciò che ha dichiarato la regina Rania di Giordania al Media Summit negli Emirati arabi: ha rimarcato proprio la netta differenza tra estremisti e moderati.
      Per quanto riguarda la questione della terra hai ragione in parte, perché con il passare del tempo il conflitto arabo-israeliano ha totalmente superato il divario torto/ragione. Ormai c'è bisogno di dialogo vero, di soluzioni concrete e di assunzioni di responsabilità da ambo le parti.
      I giovani europei e americani che si uniscono all'Isis ci sono ed è un fatto. Non si tratta proprio di Occidente buono e Oriente cattivo, infatti nell'articolo è ben chiaro che mi riferisco ai terroristi, una minoranza in tutto il mondo arabo-islamico. Minoranza, come ribadisce la regina di Giordania, che sa usare bene i social network e tutti gli strumenti tecnologici occidentali.
      Il discorso sul capitalismo lo lascerei da parte, perché servirebbe non un articolo, ma un vero libro solo su questo argomento. Rimaniamo "sul pezzo".
      Forse non esiste un netto, assoluto divario tra bene e male, ma ti pare che ci possano essere sfumature quando si parla di gente che uccide e riduce in schiavitù?
      So che sono questioni spinose, ma il mio articolo non è un saggio, ma si propone di dare spunti di riflessione su questioni che, mi pare ovvio, non possono esaurirsi in poche righe. Se sono "riflessioni da bar" come dici tu, come spieghi l'ampia letteratura in merito e il fatto che tra studiosi se ne discuta ancora oggi? Come spieghi il fatto che non esista ancora una soluzione concreta? Purtroppo sono argomenti, questi, che dividono, fanno infervorare, eppure c'è bisogno di soluzioni costruttive e di dialogo, quello che, in Medio Oriente e anche tra di noi, bisogna ritrovare.

      Elimina