venerdì 13 luglio 2012

Vertigo: il primo thriller del mondo arabo

E' arrivato nelle nostre librerie, edito da Marsilio, il romanzo che è stato definito il primo thriller arabo, la prima spy story scritta da un autore nato e cresciuto al di là del Mediterraneo. 

 L’opera si chiama “Vertigo” (Virtigu, Dar Merit, 2007) e a firmarla è il talentuoso Ahmed Mourad. Egiziano, nato nel 1978, Mourad è un grafico, un illustratore, uno scrittore di detective story ma, particolare molto interessante visti i recenti avvenimenti storici, è stato il fotografo personale dell’ex presidente Mubarak. 

La critica sostiene che “Vertigo” sia il romanzo che ha anticipato, quasi previsto la Primavera Araba, per l’analisi profonda e puntuale di cause e conseguenze della decadente situazione sociale e politica egiziana degli ultimi anni.

La storia ruota attorno al fotografo Ahmed Kamal, unico testimone dell’omicidio di due uomini d’affare corrotti, la cui vita ruotava attorno al bar cairota frequentato da potenti e che dà il nome al libro. Ahmed verrà invischiato in un gioco più grande di lui e la città diventerà un luogo di fuga e, nello stesso tempo, di protezione. 

Tra le strade affollate, i bar e l’atmosfera notturna e labirintica, fatta di luci e danzatrici del ventre, il protagonista cercherà la soluzione all’enigma, avvicinandosi ad una realtà in cui le cose non sono affatto come appaiono. Prenderà coscienza dei cambiamenti, non sempre positivi, del mondo che lo ha visto nascere ed evolverà come uomo. Il titolo del thriller non può non richiamare alla mente il celebre film del grande Alfred Hitchcock, ma le somiglianze finiscono qui. 

“Vertigo” è già stato pubblicato in arabo otto volte e rappresenta una assoluta novità nel panorama letterario arabo. Lo scorso anno la casa editrice Bloomsbury Qatar Foundation Publishing lo ha, invece, pubblicato in inglese, riscuotendo un notevole successo. A tal proposito bisogna ricordare una piccola curiosità: il primo editore, indipendente, che accettò di dare alle stampe “Vertigo”, fu lo stesso che aveva già pubblicato “Palazzo Yacoubian” di Al-Aswani. Stando a ciò che riporta la critica, Mourad e Al-Aswani avrebbero in comune la stessa abilità nel raccontare le vicende politiche, storiche e sociali dell’Egitto contemporaneo, attraverso uno stile che intreccia storie diverse su differenti piani narrativi. 

Per Mourad la scrittura è stata una valvola di sfogo contro un regime in totale disfacimento; l’autore ha osservato la realtà e l’ha trasposta nella sua storia senza nasconderla o migliorarla. Per quanto riguarda i personaggi, si è affidato alla gente incontrata per le strade, come faceva anche Nagib Mahfouz, famoso per il suo acuto spirito d’osservazione oltre, ovviamente, che per il suo talento letterario. Le disuguaglianze sociali, l’ingiustizia, la ricerca di un mondo migliore, l’avidità, la malvagità, la corruzione, l’oppressione e l’assenza di libertà sono le parole chiave del romanzo di Ahmed Mourad. 

A proposito del romanzo, del potere della censura e dei rischi che si corrono parlando di un regime, lo stesso scrittore ha detto: “Il regime non ha letto il libro. A queste persone non piaceva affatto leggere. Credo sia stata la mia fortuna”. L’opera di Ahmed Mourad ha riscosso cosi tanto successo che in Egitto, durante il prossimo Ramadan, verrà mandato in onda il musalsal, lo sceneggiato tratto dal romanzo

Attualmente Mourad ha pubblicato una seconda spy story dal titolo evocativo: “Polvere di Diamanti” (Turab Al-Mas) e vorrebbe anche scrivere un libro dedicato alla rivoluzione egiziana. Per quest’ultima opera, però, non si sente ancora pronto; vorrebbe aspettare che i ricordi e le emozioni provate lasciassero spazio ad una maggiore razionalità, alla lucidità necessaria per poter affrontare con determinazione un argomento cosi sfaccettato e delicato. Stando a quanto ha riferito Mourad, ciò potrà avvenire solo tra cinque anni. 

Il giovane e coraggioso scrittore ha sentito l’impulso e la necessità di scrivere dell’Egitto. Emblematica è una sua frase riportata in un’intervista alla CNN: “Di giorno ero con Mubarak, di sera scrivevo contro di lui … Se non avessi scritto non me lo sarei perdonato. Decisi che qualunque cosa mi fosse successa, sarebbe stata la volontà di Dio”. 

Dati del Libro 

Titolo: Vertigo 
Autore: Ahmed Mourad 
Casa editrice: Marsilio 
Pagine: 367 
Prezzo: 18 euro 
Pubblicazione: 4 luglio 2012

Trama
Al bar Vertigo, locale notturno alla moda, ritrovo per la gente che conta del Cairo, Ahmed Kamàl assiste per caso all'omicidio di due noti uomini d'affari. Fotografo di professione, imprime le immagini della strage sulla pellicola, ed è pronto a farle pubblicare, ma si rivolge al giornale sbagliato: i media del paese sembrano puntare a molta apparenza e poca verità. Intrappolato in una rete di giochi di potere, Ahmed per un po' trova riparo in un locale notturno, popolato da ballerine del ventre e attricette in cerca di gloria, accanto a uomini d'affari e politici: gente influente, persone che al mattino sulle pagine dei giornali sono nemiche, e di notte diventano alleate nel gioco delle parti, tutte riunite nello stesso locale in cerca di donne e alcol, a ostentare la propria ricchezza. Testimone scomodo, Ahmed tuttavia non intende tacere... Accolto in Egitto con grande entusiasmo all'arrivo della primavera araba, Vertigo denuncia il malcostume del paese, senza mai rinunciare all'ironia. Con il suo ritratto schietto di una polizia di stato losca e vendicativa e di una classe politica corrotta, Mourad racconta la difficoltà di trovare un vero modello per le nuove generazioni, il disordine che pervade la nazione, lo stato di vertigine perpetua in cui si confondono ruoli e concetti, dove chi difende i valori morali può subito dopo essere sopraffatto dal proprio interesse personale. Ma tutto questo non gli impedisce di affidare alle sue pagine un messaggio di speranza per i giovani...

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